Il monte Pelmo è una delle montagne più affascinanti delle Dolomiti. Si trova nella alta valle di Zoldo e raggiunge i 3168 metri di altezza. Visto dai quattro punti cardinali assume forme molto diverse e tutte molto spettacolari. Proprio quella offerta dalla posizione verso sud (cioè da Zoppè di Cadore) è quella che viene indicata come “Caregón de ‘l Padreterno“. Infatti sembra di vedere un grande sedile le cui braccia sono rispettivamente la spalla Ovest e la Spalla Est e il sedile è costituito dal cosiddetto Vant, ossia un ampio circo glaciale ormai senza ghiacciaio.
Alla base del Pelmo, nelle sue propaggini meridionali, sorge il Rifugio Venezia (1946 mt) punto di partenza di numerose escursioni tra cui la salita al monte Pelmo.
E’ anche come nel mio caso un punto intermedio, nel caso si faccia il giro del Pelmo oppure un punto di arrivo per coloro che fanno escursioni più brevi.
Rifugio Venezia da Zoppè di Cadore
Con la macchina percorriamo la strada statale 251 fino alle porte di Forno di Zoldo. Poco dopo la strada per il passo Cibiana giriamo a destra seguendo le indicazioni per Zoppè di Cadore. Inizia una salita di una decina di chilometri che ci porta al paese di Zoppè di Cadore (geologicamente famoso per le arenarie di Zoppè – depositi marini rappresentati da arenarie torbiditiche, deposte in acque profonde, derivanti da rocce magmatiche e metamorfiche antiche, del basamento, come porfidi e filladi).
Arrivati in paese possiamo parcheggiare nei pochi spazi presenti, oppure continuare (mantenendo sempre la destra) ancora per qualche chilometro fino a quando vediamo sulla sinistra uno spiazzo per l’atterraggio di elicotteri. Girando ancora a sinistra troviamo una stradina con possibilità di parcheggio.
Sentieri 456 – 493 – 471
Da qui inizia la nostra escursione che inizia risalendo una strada asfaltata (sentiero 456) fino alla località Fraine. Da qui tenere la sinistra e iniziare a percorrere il sentiero 493 che sale su una mulattiera nel bosco. La pendenza è lieve e in un paio di tornanti si giunge ad un falsopiano da dove il panorama inizia ad essere interessante. A sud vediamo il gruppo Bosconero, Rocchetta, Sasso di Toanella e Sfornioi. Il monte Rite con il Messner Mountain Museum. Ad ovest si intravedono le cime del gruppo Tamer – San Sebastiano, tra cui spicca per bellezza il castello di Moschesin.

La mulattiera continua a salire a pendenze regolari e ad un certo punto appaiono alcuni tabià (antichi fienili) e poi un cancello in legno per il pascolo delle mucche, capre e cavalli della malga Rutorto (aprire e chiudere il cancello come da indicazioni).
Sulla sinistra si vedono le belle cime che si stagliano sopra il passo Duran, e che portano dalla Moiazza fino al Civetta.
Arriviamo ad un belvedere dove la vista sul Pelmo è spettacolare. Il monte si mostra in tutta la sua imponenza e si capisce bene il significato di “Caregon del Signor“. In questo spiazzo sulla sinistra sale il sentiero 471 che sale sempre da Zoppè (località Sagui), il sentiero si snoda nel bosco ed è identificato come sentiero ben battuto dalla cartina Tabacco nr 25 (che avremo sempre cura di avere con noi). Il sentiero 471 quindi ci porterà fino al rifugio.
Continuando sulla carrareccia ci portiamo sopra la malga Rutorto sotto le pendici del monte Penna (o Pena). La visuale del Pelmo e i prati inframezzati da larici ed abeti abbagliano il visitatore con la loro bellezza.
Troviamo il secondo cancello di legno della malga.
Passo Rutorto
Poco prima di arrivare al passo Rutorto (1931 mt), la carrareccia lascia il posto ad un sentiero ben visibile e a volte inframezzato da rigagnoli d’acqua che devono essere superati con qualche cautela. Sotto il Pelmo si vede la piccola linea bianca del sentiero 472 proveniente dal passo Staulanza (necessarie con questo sentiero dalle 2,30 alle 3 ore).
Ormai ci siamo gli ultimi passi ci separano dal passo da cui magicamente la visuale si apre e riusciamo a vedere tutte le cime della valle del Boite. Antelao, Cima Bel Prà, Punta Sabbioni, Gruppo Sorapiss, Punta Negra, Cristallo. Insomma una serie di cime universalmente conosciute per la loro bellezza.
Rifugio Venezia
Siamo ormai a qualche centinaio di metri dal rifugio Venezia A. De Luca (1946 mt), baluardo delle pareti meridionali del monte Pelmo e primo rifugio italiano sulle Dolomiti. Una breve salita ci permette di arrivare allo spiazzo del rifugio Venezia. Ci fermiamo per leggere una targa commemorativa della prima salita da parte di John Ball (che diede il nome alla famosa cengia – in cui troviamo il famoso passo del gatto) avvenuta il 19 settembre 1857.
Il rifugio è ben tenuto ed accogliente.
Ecco una gallery fotografica del percorso fatto in altra occasione da Palafavera.

Per il ritorno usare le stesse indicazioni.
Mappa Escursione: Zoppè di Cadore – Rifugio Venezia – Zoppè di Cadore
Tipo escursione: E
Tempo di salita: 2 ore
Nota: ho riportato indicazioni di massima e quindi non mi prendo responsabilità alcuna. Ognuno deve valutare l’escursione in relazione alle proprie capacità, anche se si tratta di escursioni semplici. Consultate sempre APT di Zoldo o il Rifugio Venezia per notizie aggiornate sul tragitto.
Buone camminate!
fantastico, complimenti.
hai anche una descrizione Staulanza-venezia? Dovendo scegliere, quale delle due consiglieresti?
Grazie, Vittorio
Ciao Vittorio,
grazie dei complimenti. Tutta la zona del Pelmo è meravigliosa. Io ti consiglierei di farli entrambi, da Zoppè puoi apprezzare meglio la forma a caregon del Pelmo.
Non ho una descrizione del percorso Staulanza – Rifugio Venezia ma online ne trovi molte.
Se vuoi dai una occhiata a queste foto che ho fatto nel percorso da Palafavera. Tranne la salita iniziale coincide con il percorso che da Staulanza arriva al Rifugio Venezia ed è altrettanto spettacolare. Non so se sei un camminatore abituale comunque ricordati di fare camminate correlate alla tua preparazione fisica e portati dietro sempre una cartina topografica! buone camminate